domenica 29 novembre 2015

Bresciaperilclima e COP21

















Sono solo 2 gradi di differenza, che potrà mai accadere? 

Come ci sentiamo quando abbiamo la febbre a 39°C? Sono solo 2 gradi in più. Perché per il nostro pianeta dovrebbe essere diverso? I 2°C sono la soglia "di sicurezza" oltre la quale non è più possibile prevedere le concatenazioni catastrofiche conseguenti ai cambiamenti climatici. E in un sistema in cui tutto è in equilibrio, basta poco perché questi equilibri saltino.

Sempre più studiosi sono concordi nel denunciare che continuando così non solo supereremo i 2 gradi, ma innalzeremo la temperatura media terrestre di quasi 6 gradi entro la fine del secolo. Ma in molti non sembrano preoccuparsene e i nostri leader politici in primis.


Immagine: Emissioni di CO2 da parte dei principali paesi della Convenzione (fonte IEA)
 http://www.comitatoscientifico.org/temi%20CG/clima/index.htm



Ecco perché è importante unirsi ai molti che oggi marceranno per le strade di tutto il mondo, per chiedere che alla COP21 vengano presi seri provvedimenti per la salvaguardia dell'ambiente, perché ci sia una riduzione reale delle emissioni di gas serra e uno sviluppo delle energie rinnovabili.

Io è da anni che non partecipo a manifestazioni e sono da tempo disillusa, visti anche i risultati demoralizzanti degli ultimi vertici che si sono tenuti. Ma quest'anno, più che in passato, sono i cittadini a preoccuparsi del futuro del pianeta, ad essere più consapevoli e ad aver voglia di unirsi per essere parte del cambiamento. Ecco perché anch'io parteciperò alla marcia mondiale per il clima.

Durante gli incontri organizzati a Brescia dal comitato #Bresciaperilclima, alcuni importanti punti sono stati toccati:

  • le catastrofi ambientali si sono triplicate negli ultimi decenni;
  • a causa dei cambiamenti climatici, molte zone stanno diventando invivibili; per questo ci saranno sempre più migranti;
  • chi subisce maggiormente gli effetti del cambiamento climatico, sono i popoli che meno ne sono la causa e che hanno minori risorse a disposizione. Si prospettano decine di migliaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati;
  • ad oggi non esiste lo status di rifugiato ambientale, nessun riconoscimento dunque per tutte quelle persone che non possono più vivere nel loro paesi in seguito al mutare dell'ambiente che le circonda, divenuto inospitale e inadatto alla loro sopravvivenza, e sono ben di più di quelle che fuggono da conflitti armati;
  • anche le compagnie assicurative iniziano a preoccuparsi delle conseguenze dei cataclismi ed è stato calcolato che investire dei soldi per la prevenzione conviene, costerebbe 1/3 di quello che si dovrà spendere per pagare i danni. Per di più, moltissimi eventi catastrofici non sono coperti dalle assicurazioni, una beffa per chi perde tutto;
  • per diminuire le emissioni c'è bisogno di un piano di progressiva sostituzione delle fonti di energia basate su carbone e petrolio in favore di quelle rinnovabili e già il tempo non basterebbe ad evitare il superamento della soglia dei 2°C se cominciassimo domani a cambiare il nostro sistema, figurarsi come potremo fare se, come siamo ora, non abbiamo un piano per il futuro e ancora puntiamo sulle trivellazioni e il fracking mettendo a rischio e distruggendo il patrimonio naturale, traino turistico, insieme a cibo e cultura, per il nostro paese.

Ma siamo in cammino e se è vero che è sempre stato l'1% della popolazione a dare il via ai grandi cambiamenti, allora voglio credere che la COP21 sarà a livello istituzionale una occasione persa, ma sarà l'opportunità per i movimenti di unirsi e rafforzarsi e per le persone di prendere maggiormente a cuore la questione ambientale, che di certo solo ambientale non è, è anche sociale ed  economica e indissolubilmente legata al nostro sistema di sviluppo economico, allo sfruttamento delle risorse, all'industria della carne, all'agricoltura industriale, alla movimentazione delle merci, allo spreco. Un insieme complesso di concause per le quali non possono esistere soluzioni semplici. E' tempo di fare pensieri complessi. 

Per un'iniezione di ottimismo ecco la mappa di Avvaz: ogni luce una manifestazione, ogni persona una speranza. Andiamo.




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