domenica 27 luglio 2014

Ripartiamo dal pane (con pasta madre liquida)



Elasticità al cambiamento: questa è la dote che più ho coltivato in questi anni. Forse per questo son passata da un quartiere effervescente di Milano alla provincia bresciana senza scompormi troppo. Certo che fare la dura e pura in provincia è molto più difficile. Tanto più con un lavoro fulltime.

Il tempo a disposizione per l'autoproduzione è diminuito drasticamente; l'unica cosa a cui non rinuncio mai è la panificazione, per questo mi sembra naturale inaugurare il 2014 ripartendo  dal pane. Certo fare il pane di domenica sarebbe molto più rilassante, ma per incastrare tutti gli impegni, molto più spesso mi riduco ad impastare in pausa pranzo. E ormai ho trovato i miei tempi.
Ricordo bene le suole di scarpe che ho sfornato i primi mesi! Ho cambiato ricette, case, forni, ho provato sia la pasta madre solida che quella liquida (licoli) e alla fine ho scelto la seconda, per una questione di pura comodità: si risveglia rigirandola con la forchetta in pochi secondi e non si offende troppo se per un’ intera settimana l'abbandoni in frigorifero. Si dice che sopravviva anche per due o tre settimane, ma non ho mai osato: è parte della famiglia da quasi due anni e se poi non ce la fa?
Dopo aver provato molte ricette, ne ho trovata una che non mi delude mai. L’originale è su un libro di Slow Food, ma di volta in volta la modifico a seconda di semi o farine a disposizione in dispensa.

La ricetta del pane con la pasta madre liquida (licoli)

Ingredienti:
500g di farina 0 (o 300g di farina 0 + 200g di semola di grano duro rimacinata, farina  integrale, di segale o farro)
150g di pasta madre liquida (licoli)
12g di sale fino
350ml acqua
Quando ci sono: semi di lino, di girasole, di zucca o noci

Preparazione:
Risveglio la pasta madre con acqua e farina in eguale quantità la mattina quando mi alzo. In pausa pranzo metto in una ciotola la farina o il mix di farine, quindi aggiungo la pasta madre e l'acqua. Mescolo e poi comincio ad impastare. Dopo qualche minuto aggiungo il sale e i semi o le noci tritati grossolanamente. Se ce la faccio impasto per almeno 15 minuti, altrimenti meno, ma l'impasto è molto morbido e in genere lievita comunque. Quindi olio un po' la palla di pasta, la adagio nella ciotola, la copro con plastica per alimenti e la metto nel forno spento, al riparo dalle correnti d'aria.
Quando torno a casa dal lavoro lei mi aspetta bella pacioccosa; in estate in cinque ore è già gonfia, in inverno o nei giorni no ha bisogno di almeno sei ore. Quindi la metto sulla carta forno e faccio le pieghe. Aspetto un'ora e la piego di nuovo. Poi la inforno per 20 minuti a 240°C e per altri 30 minuti a 180°C. Infine giro la pagnotta sottosopra, spengo il forno e lo apro, affinché esca il calore e non si crei condensa durante la notte.
La mattina a colazione non si può che mangiare pane e cioccolata!

Backstage

In genere mentre cuoce la pagnotta già dormo sul divano e mi faccio aiutare da una sveglia per non bruciare casa, spesso non mi ricordo di risvegliare la madre la sera prima per renderla più attiva e qualche volta rinuncio al fare le pieghe per non infornare in piena notte, una volta scordo il sale, l'altra i semi, ma tengo sempre ben a mente che non sto partecipando a gare culinarie e che impastare e mangiare il mio pane mi regala serenità. Questo è ciò che conta, al di là della fatica necessaria a conciliare tutti gli impegni, che non mi fa desistere dal mio voler essere ostinatamente decrescente.